Ogni anno si spendono miliardi di dollari per gli armamenti: i missili più costosi possono arrivare a costare anche 3 milioni di dollari l’uno (*), e stiamo parlando di oggetti che vengono usati una sola volta nel corso di un conflitto. Tutto ciò è tanto più incredibile quando si pensa che spesso le popolazioni delle nazioni che lanciano questi missili sono in condizioni di povertà.
L’umanità deve sottrarre queste risorse dagli armamenti e cominciare ad usarli per questioni di interesse universale:
- cure mediche
- ricerca
- istruzione
- cura del pianeta.
La specie Homo Sapiens esiste da duecentomila – forse trecentomila - anni, ed è difficile individuare un periodo di questo tempo in cui un gruppo di loro non abbia combattuto contro un altro gruppo: risulta incredibile come ancora non abbiamo imparato a dirimere le nostre contese con accordi e dialogo, preferendo litigare come bambini su chi ha iniziato prima, e per ripicca vorremmo essere sempre gli ultimi a bombardare. Però queste ripicche, al contrario di quelle fra bambini, lasciano dei morti sul campo.
La guerra è soprattutto una faccenda di patriarcato, il suo scopo è quello di acquisire potere e sottrarre risorse o territori ad altri stati, invece di incrementare gli scambi e la condivisione.
In primo piano, come sempre, c’è l’arricchimento di una élite a scapito di un altro gruppo. Come sottofondo a volte troviamo anche il tentativo di una religione patriarcale – quasi tutte le religioni del mondo, quindi – di imporsi su di un’altra. Come spiegherò in un prossimo punto, le religioni che conosciamo oggi sono nate quasi tutte durante l’imposizione del modello patriarcale di civiltà, ne sono state veicolo, assorbendone così le principali caratteristiche; nessuno stupore, quindi, se queste religioni spesso si trovino nella parte di promotori dei conflitti, anziché da quella del dialogo.
Il ruolo dell’ONU
L’Organizzazione delle Nazioni Unite sarebbe una cosa bellissima, se non avesse un terribile difetto di nascita: alcuni paesi, considerati fondatori, hanno diritto di veto sulle decisioni, e possono così proteggere sé stessi o i paesi “amici” da risoluzioni e sanzioni. Il Consiglio di sicurezza è composto da questi paesi e da altri 10, nominati ad elezione ogni due anni. Anche questo rappresenta una disparità: ogni Nazione della Terra ha uguale dignità, pertanto dovrebbe avere il proprio rappresentante nel Consiglio di Sicurezza, e prendere parte alle decisioni.
I mezzi a disposizione delle Nazioni Unite per dirimere i conflitti tra gli Stati sono limitati, e il diritto di veto opponibile da parte di alcuni dei membri permanenti non fa altro che peggiorare la situazione: andrebbe cancellato subito.
(*) : dati aggiornati all’anno 2024